Se dovessi descrivermi da bambina in due sole parole, direi insaziabile lettrice.
Non desideravo altro che perdermi tra le pagine di un buon libro.
Poi, mia madre mi ha fatto comprendere quanto anche le arti visive possano raccontare storie, trascinare in un vortice di emozioni e creare assuefazione.
Fin dalle prime scuole e classi d’arte, mi è stato insegnato il lato pratico della creatività, libera di esprimersi tramite la realizzazione di opere ispirate al modello dei grandi maestri del passato.
Tuttavia, un approccio più critico è emerso da una personale attitudine al voler indagare, comprendere, comparare e mettere in discussione creazioni artistiche di ogni stile e periodo storico. Realizzai quindi che non ero nata per diventare un’artista, ma per stimolare l’apprezzamento dell’arte nelle persone che mi circondano.
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